Chi valuta l’acquisto di una stufa a pellet di ultima generazione trova nel Conto Termico una delle soluzioni più concrete per rendere la spesa sostenibile e ridurre al minimo l’investimento iniziale. Grazie a questo incentivo, il rimborso può arrivare fino al 65% della spesa, bonificato direttamente dal GSE a chi ne fa richiesta con successo. Un’occasione interessante per chi desidera rinnovare gli impianti puntando su tecnologia più pulita ed efficiente.
Per sapere in che tempi riceverai il rimborso sul conto corrente, puoi approfondire come il GSE gestisce i contributi del Conto Termico.
Vediamo tutti i dettagli operativi e tecnici per accedere agli incentivi sul riscaldamento a biomassa pellet, con esempi pratici di calcolo per diversi modelli disponibili sul mercato.
Introduzione
Il Conto Termico 3.0 (approvato il 5 agosto 2025) è la più recente evoluzione dell’incentivo statale italiano che promuove l’efficienza energetica e l’uso di fonti rinnovabili negli edifici.
Anche la sostituzione o la nuova installazione di generatori a biomassa (come le stufe a pellet ad alto rendimento e basso impatto ambientale) continuano ad essere ammissibili, purché rispettino i nuovi requisiti tecnici stabiliti dal decreto attuativo.
Se non hai ancora chiaro come funziona in generale questo incentivo, ti consiglio prima di leggere la guida completa “Conto Termico: cos’è, come funziona e come richiederlo” e poi tornare qui per approfondire il caso specifico delle stufe a pellet.
Chi può accedere e quali interventi rientrano nel Conto Termico per stufe a pellet
Soggetti ammessi al Conto termico 3.0
Le opportunità del Conto Termico 3.0 non si limitano solo ai privati, ma coinvolgono anche imprese (incluse quelle agricole o forestali), enti pubblici e altri soggetti, ciascuno con regole specifiche. In particolare:
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I privati cittadini e i condomìni possono ottenere l’indennizzo tramite la procedura di «accesso diretto», presentando la domanda attraverso il portale GSE – PortalTermico.
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Le aziende agricole e forestali, oltre ai regimi tradizionali, per determinate tecnologie possono beneficiare dell’incentivo anche per la nuova installazione di impianti termici a biomassa o riscaldamento/serre, senza obbligo di sostituzione di un impianto pre-esistente, purché siano strumentali all’attività aziendale e rispettino i limiti e requisiti del bando.
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Le imprese in generale, anche non agricole, possono accedere al Conto Termico 3.0 per interventi di efficienza energetica e produzione di energia termica da fonti rinnovabili; ad esempio la sostituzione di generatori a combustibili fossili o installazione di pompe di calore ad alta efficienza.
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Le amministrazioni pubbliche e gli enti del terzo settore beneficiano di condizioni più favorevoli (ad esempio percentuali di contributo fino al 100 % in casi particolari) e possono accedere tramite prenotazione.
Se stai sostituendo un vecchio generatore, spesso l’alternativa alla stufa a pellet è la caldaia a gas ad alta efficienza: in questo articolo trovi come funziona il Conto Termico per le caldaie a condensazione, con requisiti e importi a confronto.
Tipologie intervento: sostituzione, nuova installazione (limiti per agricole/forestali)
Gli interventi incentivati si distinguono essenzialmente fra:
- Sostituzione di generatori preesistenti: rottamando un apparecchio (vecchia stufa, camino, caldaia a legna/pellet o altro combustibile), secondo norme EN303-5, EN14785, EN13240, EN13229 e limiti di potenza;
- Nuova installazione: solo per aziende agricole/forestali, che possono installare stufe a pellet di nuova generazione senza una vera sostituzione, rispettando gli altri vincoli di legge.
Privati e altri soggetti devono sempre procedere alla sostituzione, mentre aziende agricole godono di una deroga per promuovere la decarbonizzazione del settore primario.
Requisiti tecnici della stufa a pellet (rendimenti, emissioni, classi 4/5 stelle)
Rendimento minimo >85% e soglie emissioni
Un punto cardine per accedere al Conto Termico è la prestazione energetica della stufa. Solo generatori a pellet con rendimento utile superiore all’85 % possono essere ammessi: il dato — chiaramente indicato nella certificazione tecnica e nel catalogo PortalTermico — rappresenta la quota di energia effettivamente trasformata in calore utile per l’ambiente domestico.
Oltre al rendimento, è necessario rispettare soglie stringenti sulle emissioni di polveri e monossido di carbonio. Le nuove regole prevedono che i generatori a biomassa siano certificati in classe ambientale 5 stelle per poter essere ammessi sotto il Conto Termico 3.0. Analogamente, le emissioni devono restare nei limiti stabiliti dal decreto, come quelli previsti per le tabelle tecniche di riferimento.
Differenze tra 4 stelle e 5 stelle secondo DM 186/2017 e D.Lgs. 199/2021
Un elemento spesso sottovalutato è la classe ambientale della stufa, normata dal DM 186/2017 e aggiornata con il D.Lgs. 199/2021. In particolare:
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Per la sostituzione di un generatore a biomassa, il nuovo apparecchio deve essere almeno in classe 4 stelle, con certificazione aggiornata e dichiarazione di conformità.
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Dal 13 giugno 2022, se la sostituzione riguarda impianti alimentati da fonti non rinnovabili (ad esempio un camino a gasolio), è obbligatoria l’installazione di prodotti certificati 5 stelle.
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Con l’ingresso in vigore del Conto Termico 3.0, le biomasse incentivabili dovranno essere in classe 5 stelle per poter accedere.
Come si calcola l’incentivo: potenza, emissioni, e fascia climatica (con esempi)
Variabili che influenzano importo
L’ammontare del contributo GSE non si basa solo sul prezzo della stufa, ma intreccia diversi fattori:
- Potenza termica nominale del generatore (dati estrapolabili dal catalogo pre-inserito nel Portaltermico);
- Classe ambientale (4 o 5 stelle, emissioni di polveri e CO);
- Fascia climatica di riferimento (il comune dove si trova l’immobile viene classificato da A a F: più freddo = incentivo maggiore);
- Ore di funzionamento previste nella zona specifica (secondo le tabelle GSE).
Esempi pratici (MCZ, Piazzetta) per confronto
Per una visione concreta, prendiamo il caso delle stufe a pellet MCZ.
- L’installazione del modello Aki da 16 kW a Salerno (fascia C) può dare diritto fino a 983,04 € di contributo.
- Lo stesso modello a Bolzano (fascia E), invece, permette di ottenere fino a 1.519,24 €, grazie alle maggiori ore di riscaldamento previste dal clima più rigido.
Altro esempio sui modelli Piazzetta: la stufa P930 M (prezzo 4.100 €) garantisce un incentivo fino a 1.735 € in zona F e 1.060 € in zona C. Analogo per la E928 (3.990 €), con gli stessi importi massimi secondo la zona.
Processo operativo per richiedere il Conto Termico: documenti, Portaltermico e tempi
Lista documenti da allegare (FER-TER, fatture, documento d’identità)
Anche per le stufe a pellet è fondamentale gestire correttamente la documentazione verso il GSE: qui ti spiego quanto costa farsi seguire per la pratica Conto Termico e quali servizi sono inclusi.
L’iter di richiesta parte dal Portaltermico, portale web ufficiale GSE dove registrarsi e compilare la pratica entro 60 giorni dalla fine dei lavori.
Le evidenze da allegare sono:
- Modulo FER-TER, scaricato, firmato e ricaricato digitalmente;
- Fatture e bonifici parlanti, con causale specifica “DM 16.02.2016”;
- Documento d’identità del richiedente;
- Documentazione tecnica della stufa con dichiarazione di conformità, classe stelle e dati prestazionali.
Ogni documento deve essere scannerizzato e caricato sul portale alla sezione appropriata, selezionando il generatore dal catalogo pre-inserito per ridurre errori manuali.
Scadenze: 60 giorni dalla fine lavori; verifica GSE entro 60 giorni
La scadenza fondamentale è il termine per presentare la domanda: hai esattamente 60 giorni dalla fine dei lavori per l’invio al GSE. Trascorso questo periodo, la richiesta decade.
Il GSE effettua la verifica di completa documentazione e risponde, in caso di ammissibilità o necessità di integrazione, anch’esso entro 60 giorni dalla ricezione formale della domanda. Monitorare frequentemente l’area pratiche del Portaltermico consente di accelerare (o sbloccare, se necessario) l’iter.
Rottamazione, definizione di sostituzione e requisiti di potenza (asseverazione)
Cosa significa sostituzione e regole sul Δ potenza ±10%
Nella quasi totalità dei casi il Conto Termico è accessibile solo in caso di rottamazione: la stufa a pellet nuova deve sostituire dispositivi obsoleti e meno efficienti, documentando lo smontaggio del vecchio e l’installazione del nuovo impianto.
Perché la sostituzione sia valida secondo GSE, la potenza termica nominale del nuovo generatore non deve superare del 10% quella del vecchio. Oltre questo margine serve presentare un’asseverazione tecnica, redatta da professionista abilitato, che descriva le ragioni del maggior dimensionamento.
Quando è richiesta asseverazione e soglia dei 15 kW
L’obbligo di asseverazione si applica solo quando il salto tra potenze supera il 10% oppure se la nuova stufa è superiore a 15 kW. Sotto questa soglia, il percorso risulta molto più snello, semplificato anche per l’utenza domestica.
In tal modo, per la maggioranza di piccoli impianti residenziali, la compilazione della domanda avviene con allegato del solo certificato di potenza, senza i passaggi complessi riservati agli impianti di taglia medio-grande.
Erogazione del contributo e costi coperti dall’incentivo
Modalità di pagamento (bonifico unico ≤5.000€, due rate oltre)
All’approvazione della pratica, il GSE liquida il contributo tramite bonifico direttamente al richiedente:
- Se l’importo è pari o inferiore a 5.000 €, il pagamento avviene in un’unica soluzione entro circa due mesi;
- Per contributi superiori a 5.000 €, la corresponsione viene frazionata in due rate secondo le modalità specifiche riportate nel contratto d’incentivo sottoscritto tra GSE e beneficiario.
Spese ammesse: smontaggio, posa, opere murarie, canna fumaria, professionisti
L’elenco dei costi coperti dal Conto Termico non si limita al solo prezzo della stufa. Rientrano infatti anche:
- Spese di smontaggio e rottamazione;
- Installazione e posa in opera;
- Realizzazione o adeguamento della canna fumaria e delle opere murarie accessorie;
- Interventi idraulici ed elettrici strettamente connessi;
- Onorari di professionisti per progettazione, asseverazione e pratiche amministrative, se richiesti.
Cosa conservare e controlli post-erogazione
Documentazione tecnica, fatture pellet ISO 17225-2
Terminata la procedura e incassato il contributo, resta un importante obbligo: conservare tutta la documentazione relativa all’intervento per possibili controlli successivi.
Oltre a certificati tecnici, fatture e dichiarazioni, è fondamentale archiviare anche le ricevute d’acquisto di pellet certificato ISO 17225-2, utili a dimostrare il rispetto degli standard per almeno cinque anni dalla ricezione del contributo.
Possibili richieste di integrazione/controlli GSE
Il GSE si riserva di effettuare controlli documentali o ispezioni in loco, anche dopo l’erogazione dell’incentivo. Può richiedere ulteriori chiarimenti, correzioni o supplementi di documentazione, sia in fase istruttoria sia in fase di verifica “ex post”.
Rispondere tempestivamente a queste richieste e fornire dati coerenti è decisivo per evitare la revoca (totale o parziale) del contributo.
FAQ
Il Conto Termico è cumulabile con altre agevolazioni?
No, l’erogazione dell’incentivo è alternativa ad altri bonus per lo stesso intervento.
Serve il collaudo?
Sì, il collaudo delle opere eseguite deve risultare in fase di chiusura lavori e allegato tra i documenti tecnici.
Devo conservare le vecchie fatture?
Sì, insieme alle nuove, e tenerle disponibili fino a 5 anni.
Posso installare da solo la stufa?
No, solo personale abilitato rilasciando Dichiarazione di Conformità completa di dati e riferimenti tecnici.
Conclusione
Abbracciare la transizione energetica attraverso una stufa a pellet moderna e incentivata oggi è un passo più accessibile grazie al Conto Termico. È fondamentale studiare con attenzione i requisiti richiesti, valutare la documentazione necessaria e affidarsi ad un rivenditore qualificato per ottimizzare la pratica.
In caso di dubbi o necessità specifiche, il consiglio resta quello di confrontarsi direttamente con il GSE o con un professionista esperto in detrazioni e pratiche ambientali, così da massimizzare il contributo e assicurare la piena ammissibilità del proprio intervento.
n questo articolo abbiamo visto nello specifico come sfruttare il Conto Termico in questo caso particolare.
Se vuoi una panoramica completa su tutti gli interventi ammessi, i requisiti generali e l’iter di richiesta, ti rimando alla guida principale: Conto Termico: cos’è, come funziona e come richiederlo.





